Lo sport dà dignità.
Socialmente il migrante è molto spesso una persona vulnerabile. Con lo sport questa persona riesce a darsi valore e a farlo riconoscere agli altri. E per farlo corre, si impegna, suda e fatica. In nessun altro contesto percorso di integrazione risulta così naturale e vero come nello sport.
Lo sport è linguaggio universale e unificante.
Se si condividono le regole di gioco, allora la comunicazione e la relazione avvengono già a livello preverbale, abbattendo così la barriera linguistica in un solo balzo e riportando per un attimo tutti allo stesso livello, che poi è il livello comune a tutti gli esseri umani viventi: il corpo.
Noi di SEYF crediamo che lo sport debba essere uno dei principali strumenti di inclusione sociale in modo ancor più speciale per i richiedenti asilo. Accogliamo migranti adulti che spesso sono poco più che adolescenti. Alcuni di loro hanno perso quasi tutto, ma non hanno perso il loro sorriso, ed il loro corpo. Un corpo vivo e bisognoso di esprimersi.
Prima dei passaporti, prima delle frontiere, vi è il corpo. Il portatore primo ed ultimo di ciò che chiamiamo identità.
L'iniziativa rientra all'interno del progetto EVS "People" nell'ambito del programma Europeo Erasmus Plus.